SOCIOLOGIA: LA LABELLING THEORY
LA LABELLING THEORY
Una diversa prospettiva che tenta di fare luce sulla questione della devianza ci viene proposta da un orientamento teorico che si afferma negli Stati Uniti negli anni Sessanta del Novecento, a opera di autori come Edwin Lemert (1912-1996), Erving Goffman (1922-1982) e Howard Becker (nato nel 1928), conosciuto con il nome di Labelling Theory, ovvero "teoria dell'etichettamento".
La prospettiva può riassumersi in questo modo: la devianza non è un attributo di determinati gruppi o individui, ma una condizione che si viene a creare in seguito a determinati gruppi o individui, ma una condizione che si viene a creare in seguito a determinati meccanismi di attribuzione e definizione delle situazioni che si sviluppano nel corso dell'interazione sociale.La "definizione sociale" della devianza opera su più livelli:
- la "definizione sociale" della devianza precisa ciò che deve essere ritenuto lecito o normale
- la "definizione sociale" della devianza circoscrive la situazione che si crea quando una norma socialmente stabilita viene infranta da un certo comportamento. Nei confronti del trasgressore scatta un meccanismo di etichettamento: la persona viene riconosciuta come deviante e viene trattata come tale. La stigmatizzazione ha l'effetto di innescare un pericoloso processo di ristrutturazione dell'identità sociale dell'individuo: egli impara a vedersi come un* deviante, un percorso implacabile che Becker chiama "carriera deviante".
La persona deviante finirà per associarsi a persone che confermano le sue scelte devianti e per considerarsi egli stesso tale.
Lamert esprimere un concetto analogo distinguendo tra devianza primaria (quella connessa all'iniziale violazione della norma) e devianza secondaria (quella che si costituisce in seguito all'etichettamento sociale). Il meccanismo si riassume seguendo i punti:
- trasgressione della norma
- etichettamento sociale
- sviluppo di abitudini, convenzioni e motivazioni che rafforzano la condotta sociale
- devianza secondaria
La spirale innescata dall'eticehttamento sociale può essere ricondotta a quel meccanismo più generale che Merton definisce profezia che si autoadempie, ossia il fenomeno per cui i processi di attribuzione sociale spesso riescono a orientare il corso degli eventi in direzione perfettamente conforme al significato conferito. Nel campo specifico della devianza, il meccanismo della "profezai che si autoadempie" ci dice che chi è giudicato e trattato da deviante finirà per esserlo davvero.
A queste osservazioni si potrebbe obiettare che anche l'insorgere della devianza primaria esige una spiegazione e che la teoria dell'etichettamento non chiarisce nulla in merito.
Bisogna considerare che l'opera di etichettamento non è indipendente da variabili socio-ambientali.
Infine, il percorso verso la devianza secondaria viene spesso alimentato proprio da quelle strutture sociali che dovrebbero correggerla o prevenirla.
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