SOCIOLOGIA: LE ORGANIZZAZIONI SOCIALI

 LE ORGANIZZAZIONI SOCIALI


LE STRUTTURE IN CUI CI MUOVIAMO 

Anche se l'istituzione è già di per se una realtà simbolica, essa tende ad oggettivarsi in realtà concrete  visibili: come persone e luoghi.
Un'istituzione può in alcuni casi, come in quello dello sciamano, oggettivarsi in una sola persona.
In altri casi, all'opposto, troviamo strutture di ampia dimensione: le organizzazioni. In sociologia le organizzazioni sono insiemi di persone che perseguono determinati obiettivi sociali, utilizzando appositi metodi e strumenti e dividendosi in modo stabilito attività e competenze. Le strutture a cui la sociologia fa riferimento come organizzazioni sono ad esempio la scuola, un carcere, un sindacato... 

QUANDO LE ORGANIZZAZIONI NON C'ERANO 


Le organizzazioni sono realtà tipiche della civiltà industriale, nelle piccole comunità tipiche della civiltà rurale, era la sola iniziativa individuale a soddisfare i bisogni, anche se questa era comunque supportata dall'aiuto reciproco tra le persone e da reti informali di solidarietà.

LE CARATTERISTICHE DELLE ORGANIZZAZIONI

Le organizzazioni hanno delle caratteristiche essenziali e comuni, tra queste:

   -acquisiscono le risorse dell'ambiente, sia umane che materiali, ed erogano servizi;

   -selezionano e formano i propri membri;

   -cercano di ottenere il contributo dei propri componenti attraverso incentivi, sia materiali che simbolici;
   -gestiscono i rapporti con organizzazioni analoghe o antagoniste;

   -si fondano su una struttura di tipo burocratico.

CHE COS'è LA BUROCRAZIA?


La burocrazia, secondo Weber, è il modello di struttura comune a tutte le organizzazioni nate nell'età moderna, pubbliche o private che siano; è caratterizzata dalla presenza di un personale appositamente stipendiato, da una rigida divisione delle competenze, da una precisa struttura gerarchica e dalla rigorosa regolamentazione dei comportamenti individuali secondo norme predefinite e uguali per tutte le persone.

LE CARATTERISTICHE DELLA BUROCRAZIA 

La burocrazia è caratterizzata da tre aspetti principali: 

1. un personale stipendiato: il personale è stipendiato dall'organizzazione stessa, inoltre questo  anche provvisto di una determinata professionalità. La remunerazione è in funzione dell'incarico ricoperto.

2. una divisione delle competenze: ogni settore ha giurisdizione e competenza su un ambito particolare e solo su quello; vi è inoltre una stabile e rigida divisione dei compiti: ogni figura opera secondo regole scritte che disciplinano la condotta. 

 3. una struttura gerarchica e impersonalità: ogni individuo si colloca in un organigramma, cioè occupa una determinata posizione e può avere persone che ne dipendono, a cui dare ordini, e superiori a cui obbedire. Tra i diversi uffici e funzionari le comunicazioni sono di tipo impersonale, avvengono quindi per forma scritta così da poter essere catalogate ed archiviate. Il principio dell'impersonalità fonda anche quello che possiamo chiamare "l'ethos burocratico", ossia l'insieme di norme che guidano il comportamento del''organizzazione. Il rispetto rigoroso delle procedure esige il completo annullamento di ogni componente soggettiva.

MERTON: LE DISFUNZIONI DELLA BUROCRAZIA 


Secondo Weber la burocratizzazione della vita sociale costituiva un processo inevitabile e irreversibile. 
Dopo Weber diversi autori hanno invece sottolineato come la struttura della burocrazia finisca per produrre conseguenze che si scontrano con le intenzioni iniziali e che condannano l'agire del burorate all'improduttività. 
Secondo Merton la trasposizione delle mete è il fenomeno tipico delle organizzazioni burocratiche in virtù del quale i mezzi che la burocrazia predispone per realizzare i propri scopi finiscono per sovrapporsi agli scopi stessi e per sostituirsi ad essi.
Un'ulteriore disfunzione della burocrazia è data dal comportamento del burocrate che manca della flessibilità necessaria per adattarsi al mutamento sociale. Si può parlare di "personalità burocratica", la uale coinvolge sia il burocrate, che finisce per avere un atteggiamento che diventa un vero e proprio habitus mentale, che l'utente, che si pensa nell'ottica delle procedure a cui è soggetto.

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